Come cambia la bilancia commerciale in tempi di Covid (e di smart working)

Nel mondo alle prese con la Pandemia da Sars-Covid19 le misure di contenimento del virus  stanno trasformando il volto delle città e le abitudini di vita dei consumatori.  Si adottano nuovi stili di vita incentrati sul distanziamento sociale e sullo smart working  mentre lo scenario economico mondiale resta incerto. 

L’evoluzione della crisi pandemica  sta segnando profondamente l’economia italiana influenzando la domanda interna e la domanda estera. Nella nota mensile sull’economia di settembre, secondo le ultime rilevazioni dell’Istat , l’interscambio con i Paesi extra UE registra un aumento per le esportazioni pari all’8,3% e una lieve diminuzione nelle importazioni pari al 2,7%. 

Per quanto riguarda l’import, l’Istat rileva invece cali congiunturali per beni di consumo durevoli (-12,1%) e beni intermedi (-4,2%) mentre aumentano gli acquisti di energia (+4,2%). 

Si rileva nella nota diffusa dall’Istat l’incremento su base mensile dell’export di beni strumentali (11,5%) e beni intermedi(10,6%); minimo è invece il contributo (0,2 punti percentuali) delle maggiori vendite di energia (+12,6%). Si registra, per la prima volta dallo scoppio della pandemia, una crescita dell’export italiano verso i Paesi extra-UE pari al  3% rispetto allo stesso mese del 2019 con un incremento particolarmente significativo verso alcuni dei principali mercati di sblocco (al di fuori dell’Ue): le esportazioni italiane verso Cina e Usa segnano infatti rispettivamente +33% e +11% su base annua. Un dato confortante che si aggiunge alle rassicuranti previsioni dell’ultimo rapporto Sace sulle esportazioni che  evidenziano segnali di ripresa per il nostro export già a partire dal 2021.

In riferimento al trimestre luglio-settembre 2020, rispetto al precedente, la nota Istat rileva per l’export un aumento del 34,0%, grazie ai forti incrementi per tutti i raggruppamenti principali di industrie, soprattutto per beni di consumo durevoli (+85,7%), beni strumentali (+47,6%) ed energia (+32,6%). Nello stesso trimestre, l’aumento congiunturale dell’import (+17,5%) interessa quasi tutti i raggruppamenti ed è più ampio per beni di consumo durevoli (+66,7%) ed energia (+26,7%). In lieve calo gli acquisti di beni di consumo non durevoli (-2%).

La stima del saldo commerciale a settembre 2020 è pari a +5.322 milioni (era +2.785 milioni a settembre 2019). Aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da + 5.931 milioni per settembre 2019 a +7.002 milioni per settembre 2020).La bilancia commerciale al tempo del Covid ci consegna la fotografia di quelle tendenze di consumo che in tutto il mondo alle prese con la pandemia stanno incidendo sulle nostre consuetudini.
Cresce, come abbiamo visto, l’export di beni strumentali: macchinari, computer, beni immateriali utilizzati nei processi produttivi, sono determinanti per la prosecuzione e la salvaguardia delle attività in un contesto orientato all’innovazione tecnologica. Il passaggio massiccio del lavoro alla modalità smart ha imposto alle organizzazioni e alle agenzie di selezione come Risorse.it la ricerca di figure professionali agili, in grado di operare in ambienti distanti dalle sedi aziendali, con strumenti digitali. Allo stesso tempo cresce, come rilevato dalla nota Istat, la richiesta di beni di consumo durevoli. Tra questi rientrano non soltanto gli strumenti tecnologici utili a lavorare da casa, ma anche mobilio adeguato ad allestire una postazione da destinare allo smart working, elettrodomestici, prodotti e oggetti che migliorano la fruibilità delle abitazioni ormai vissute a tempo pieno.